- Il sistema dei beni culturali è profondamente segnato dal pluralismo, ma anche dal bisogno di unità. La coesistenza di una pluralità di interessi, di attori pubblici e privati rende essenziale la cooperazione fra i diversi soggetti coinvolti: sia la cooperazione di tipo istituzionale fra soggetti pubblici, sia quella fra pubblico e privato nella duplice prospettiva dell’impresa e del no-profit.
- Per evitare che si proceda, in modo sbilanciato, soltanto sul valore dell’efficienza a tutti i costi e della logica esclusivamente privatistica e di sfruttamento del bene culturale; nonché per contrastare gli effetti della crisi e dei tagli conseguenti a quest’ultima, che incidono pesantemente sulla fruizione e prima ancora sulla conservazione dei beni culturali, una via importante è indicata con chiarezza dall’art. 118 ultimo comma della Costituzione: «l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio di sussidiarietà».
- Accanto alla sussidiarietà verticale (quella istituzionale, rappresentata dal coinvolgimento delle Regioni e degli enti locali), la sussidiarietà orizzontale assume un ruolo fondamentale in questo come negli altri settori della nostra convivenza. Per superare la logica tra un pubblico (spesso inefficiente) e un privato (spesso legalo al solo profitto), occorrerà guardare al terzo settore quale espressione della società civile e del no-profit; esso può collocarsi tra i due ed agire non in contrapposizione, ma in sinergia e in competizione.
- In questo nuovo spazio, soggetti privati di varia natura e di diverso peso organizzativo e finanziario operano per soddisfare interessi generali, nell’espressione della libertà associativa e del pluralismo, in attuazione del principio di sussidiarietà orizzontale. Quei soggetti dimostrano una disponibilità preziosa; i soggetti pubblici devono “favorirla” – secondo la prescrizione esplicita dell’art. 118 4° comma Cost. – e devono tenerne conto nella definizione e nell’adempimento dei propri compiti. I soggetti privati svolgono un ruolo essenziale ed insostituibile per il funzionamento concreto del sistema dei beni culturali , di fronte alla carenza delle risorse pubbliche, accresciuta dalla crisi
- Penso, ad esempio, all’impegno di sussidiarietà di molte organizzazioni, non solo per valorizzare i beni culturali dimenticati, ma anche per collaborare alla conservazione, tutela e valorizzazione delle dimore storiche, e tenere aperte sale dei principali musei italiani.
- Penso all’incidenza economica del volontariato sul turismo e sul PIL delle città d’arte. Si tratta di una serie di realtà di importanza crescente nel settore dei beni culturali; esse vanno da una consistente quota di iniziative giovanili e di volontariato ad una altrettanto consistente quota di intervento delle fondazioni bancarie, al di fuori della contrapposizione tra il pubblico ed il privato di stampo tradizionale.
- La realtà del terzo settore e del no-profit sino ad oggi è stata considerata prevalentemente nell’ottica di una legislazione frammentaria, mirata soltanto alla disciplina fiscale e confinata per il resto alle poche norme del codice civile in tema di fondazioni, di associazioni riconosciute e non, di comitati