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Perché il terzo settore è importante

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  1. Il sistema dei beni culturali è profondamente segnato dal pluralismo, ma anche dal bisogno di unità. La coesistenza di una pluralità di interessi, di attori pubblici e privati rende essenziale la cooperazione fra i diversi soggetti coinvolti: sia la cooperazione di tipo istituzionale fra soggetti pubblici, sia quella fra pubblico e privato nella duplice prospettiva dell’impresa e del no-profit.
  2. Per evitare che si proceda, in modo sbilanciato, soltanto sul valore dell’efficienza a tutti i costi e della logica esclusivamente privatistica e di sfruttamento del bene culturale; nonché per contrastare gli effetti della crisi e dei tagli conseguenti a quest’ultima, che incidono pesantemente sulla fruizione e prima ancora sulla conservazione dei beni culturali, una via importante è indicata con chiarezza dall’art. 118 ultimo comma della Costituzione: «l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio di sussidiarietà».
  3. Accanto alla sussidiarietà verticale (quella istituzionale, rappresentata dal coinvolgimento delle Regioni e degli enti locali), la sussidiarietà orizzontale assume un ruolo fondamentale in questo come negli altri settori della nostra convivenza. Per superare la logica tra un pubblico (spesso inefficiente) e un privato (spesso legalo al solo profitto), occorrerà guardare al terzo settore quale espressione della società civile e del no-profit; esso può collocarsi tra i due ed agire non in contrapposizione, ma in sinergia e in competizione.
  4. In questo nuovo spazio, soggetti privati di varia natura e di diverso peso organizzativo e finanziario operano per soddisfare interessi generali, nell’espressione della libertà associativa e del pluralismo, in attuazione del principio di sussidiarietà orizzontale. Quei soggetti dimostrano una disponibilità preziosa; i soggetti pubblici devono “favorirla” – secondo la prescrizione esplicita dell’art. 118 4° comma Cost. – e devono tenerne conto nella definizione e nell’adempimento dei propri compiti. I soggetti privati svolgono un ruolo essenziale ed insostituibile per il funzionamento concreto del sistema dei beni culturali , di fronte alla carenza delle risorse pubbliche, accresciuta dalla crisi
  5.  Penso, ad esempio, all’impegno di sussidiarietà di molte organizzazioni, non solo per valorizzare i beni culturali dimenticati, ma anche per collaborare alla conservazione, tutela e valorizzazione delle dimore storiche, e tenere aperte sale dei principali musei italiani.
  6. Penso all’incidenza economica del volontariato sul turismo e sul PIL delle città d’arte. Si tratta di una serie di realtà di importanza crescente nel settore dei beni culturali; esse vanno da una consistente quota di iniziative giovanili e di volontariato ad una altrettanto consistente quota di intervento delle fondazioni bancarie, al di fuori della contrapposizione tra il pubblico ed il privato di stampo tradizionale.
  7. La realtà del terzo settore e del no-profit sino ad oggi è stata considerata prevalentemente nell’ottica di una legislazione frammentaria, mirata soltanto alla disciplina fiscale e confinata per il resto alle poche norme del codice civile in tema di fondazioni, di associazioni riconosciute e non, di comitati