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La legge elettorale viene usata come arma politica di scontro fra i partiti

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di Barbara Acquaviti per l’Huffpost

Ci tiene a fare una premessa: nessuna intenzione di entrare nelle “tecnicalità” della legge elettorale, quelle d’altra parte – dice – sono incomprensibili “per la maggioranza degli italiani”. Giovanni Maria Flick, per nove anni giudice della Consulta ed ex ministro di Grazia e Giustizia con Romano Prodi, più che entrare nel merito del Rosatellum bis in discussione alla Camera, preferisce parlare del metodo. “Sono perplesso perché mi sembra che tutti gli sforzi siano impiegati per varare una legge elettorale che non si ponga l’obiettivo di trovare un equilibrio tra governabilità e rappresentatività, ma che abbia come scopo primario di eliminare e comprimere l’avversario. Assisto solo a polemiche su ‘penalizza Tizio, Caio o Sempronio’. Politicamente è legittimo ma questo distorce l’obiettivo”.

Si riferisce al Movimento 5 Stelle?
Io dico che il dibattito su questa legge è tutto orientato così. Il M5S dice ‘ci state ammazzando’, gli altri dicono che non è vero, si lamenta anche Mdp.

Come si trova l’equilibrio tra governabilità e rappresentatività?
L’obiettivo della legge elettorale è quello di trovare un sistema che trasformi i voti in seggi, cercando un equilibrio tra due sistemi che possono a loro volta condurre a degli sbagli: con un eccesso di proporzionalismo si privilegia solo il tema della rappresentatività, con un eccesso di maggioritario c’è una ricerca di governabilità e stabilità che può compromettere la rappresentatività.

Ma il Rosatellum bis è proprio un sistema misto di maggioritario e proporzionale.
È vero, questo è un sistema misto, ma il problema è come sono mescolati gli ingredienti, non si allontana il sospetto che la legge sia fatta soprattutto per combattere l’avversario. Mi pare si usi la legge elettorale come arma politica di scontro tra i partiti, a cominciare dalla fissazione di una soglia. È certamente giusto che ci sia, ma se io la calcolo basandomi sulla percentuale di quei partiti che voglio penalizzare o favorire non faccio gli interessi dei cittadini. I padri costituenti, a Dio piacendo, non inserirono il sistema elettorale nella Carta perché temevano si irrigidisse troppo, ma nessuno immaginava che le regole potessero cambiare a ogni stormire di foglia. Con queste motivazioni poi, mi chiedo se la gente capisca, è difficile anche per uno che un po’ di diritto lo mastica come me. E poi, la piantassero di usare quei termini latini che non si capisce se vogliono essere romantici o buffi. Fanno il paio con la intitolazione di tanti decreti legge sull’Italia che cresce, vola, avanza.

Molti degli oppositori di questa legge la definiscono incostituzionale. Da ex giudice cosa ne pensa?
La Corte ha sempre sottolineato che la Costituzione non prende posizione sull’alternativa tra proporzionale e maggioritario. Non è vero che la Costituzione è tendenzialmente proporzionale, infatti la Corte costituzionale ha riconosciuto la legittimità di leggi maggioritarie. Qui, però, per esempio c’è il problema delle liste bloccate: organizzare le cose in modo che, nonostante le apparenze, la scelta in realtà non la fa l’elettore ma il partito è totalmente negativa. E non mi dicano che ci sono le primarie, perché per come sono organizzate da noi non mi pare che siano testimonianza di vera democrazia. E poi c’è un altro problema.

Quale?
Con questo collegio misto, senza voto disgiunto, se esercito la mia libertà di scelta nell’uninominale, voto anche le altre persone che sono nel listino e che sono designate dai partiti. In passato c’è stato un eccesso e una deformazione delle preferenze, per cui hanno finito per essere oggetto di iniziative della criminalità. Però adesso che abbiamo abolito le preferenze, la Corte ci ha ricordato che anche un eccesso di distacco tra elettore ed eletto è contrario al principio di rappresentatività.

Giuristi e professori che si erano già riconosciuti nella battaglia anti-Italicum, sostengono che un sistema proporzionale sarebbe più adatto. Condivide?
Il sistema proporzionale per chi si occupa della materia è quello che ha meno rischi di incostituzionalità; il maggioritario corre più rischi ma anche un eccesso di proporzionale può favorire frammentazione e questo pone un problema di governabilità. Detto questo, la rappresentatività dovrebbe forse avere una priorità, anche se di poco, ma tra i due criteri forse è più giusto sacrificare entro certi limiti la governabilità.

A questo punto la domanda che tutti si pongono è: andrà in porto questa legge? Nonostante i suoi dubbi, questo è auspicabile?
Ho perso la palla di vetro proprio ieri… No, scherzo. La politica deve produrre una legge elettorale, altrimenti rinuncerebbe all’atto di nascita del proprio modo di esprimersi. Ora noi abbiamo due tronconi che sono il frutto di due sentenze della Corte. E voglio ricordare che si è arrivati a questo punto dopo il Porcellum, che sembrava fatto apposta per avvelenare i pozzi e sfavorire la parte avversa, e dopo una legge elettorale, l’Italicum, che era stata pensata solo per la Camera dando per scontato che la riforma costituzionale andasse in porto. Poi questo non è successo e siamo rimasti tutti con il cerino in mano. Eppure si era detto che era uno dei sistemi migliori del mondo, ricordo anche che è passato con il voto di fiducia, non dimentichiamoci mai le premesse di quello che è stato pomposamente chiamato Italicum. Sarebbe comunque problematico votare con due tronconi risultato dell’attività della Corte, non è normale. Così come non è normale che sappiamo che si vota in primavera ma non sappiamo ancora con quale legge.