(DIRE) Roma, 29 novembre
LOTTA A CORRUZIONE NON SIA SOLO BUROCRAZIA
“Dopo le stragi degli anni Novanta si è fatto parecchio contro la criminalità organizzata, anche se non basta mai, ma non si e’ fatto altrettanto nei confronti della criminalità economica e della corruzione. Fino al 2012 non si è attuata alcuna prevenzione e anzi si sono fatti passi indietro, per esempio quando nel 2001 e’ stato svuotato il reato di falso in bilancio, reintrodotto solo due anni fa. Adesso però si sta compiendo una svolta: penso ad esempio all’Anac, anche se le sono stati attribuiti molteplici, troppi compiti; penso al codice antimafia, che ha preso di petto la dimensione patrimoniale ed economica della criminalità organizzata; penso al codice degli appalti”. Per Giovanni Maria Flick, Presidente emerito della Corte Costituzionale, ” è necessario occuparsi di questi problemi a fondo perché finora si e’ fatto poco e in alcuni settori quasi nulla, o per ragioni di immagine”.
Giovedì alle 15 nella sala Osvaldo Tozzi del Tar del Lazio si svolgerà il convegno ‘Il codice dei contratti pubblici. Un primo bilancio alla luce del correttivo’. Intervistato dall’agenzia Dire, l’ex ministro della Giustizia osserva: “Tra criminalità
organizzata e corruzione ci sono dei legami molto stretti: la prima spesso utilizza la corruzione e se non basta usa altri metodi più violenti e ‘persuasivi’ ma questo non vuol dire che siano la stessa cosa; sono due realtà diverse e vicine che si
danno una mano e sono collegate con un’altra criminalità altrettanto pericolosa, quella economica. Resta pero’ una differenza fondamentale: la criminalità organizzata vive e prolifera sulla violenza e sull’intimidazione; la corruzione prende vita dalla negoziazione illecita: vi sono molti punti di contatto che suggeriscono di usare in parte per entrambe gli stessi metodi di investigazione, ma non si può ritenere che siano la stessa cosa”.
Come si può combattere più efficacemente la corruzione? “La strategia contro la corruzione è una strategia che punta molto sulla concorrenza, sulla par condicio-risponde Flick- giusto, pero’ bisogna avere attenzione e ricordarsi che lotta alla corruzione non e’ solo lotta per la concorrenza, ma e’ un discorso di legalità più ampio; altrimenti rischiamo il paradosso di trasformare il contrasto alla corruzione in un discorso per liberarsi di concorrenti fastidiosi e riduciamo tutto a una logica soltanto di mercato e di profitto”.
Per Flick “si può cercare di contrastare la corruzione introducendo controlli e obblighi per la Pubblica amministrazione prevalentemente formali e burocratici, ma così si rischia di complicare la prevenzione: per la Corte dei conti i controlli
sono troppi e disomogenei, rischiano di costare molto di più dei risultati che offrono”. Quindi, avverte, “rischiamo di costruire un meccanismo di prevenzione privatizzata che e’ essenzialmente burocratico e che guarda piu’ alla procedura che ai risultati.
Siamo abituati a praticare controlli che guardano al procedimento: il funzionario rispetta le regole ma non guarda con sufficiente attenzione ai risultati. Non basta guardare la forma, c’è anche la sostanza”. C’è anche un altro aspetto: “Uno dei problemi più rilevanti in materia di criminalità organizzata e’ la sovrapposizione tra economia legale e illegale o l’infiltrazione di quest’ultima nella prima: penso alla trasformazione di troppe imprese che sotto apparenza lecita riciclano proventi illeciti. Per evitare che venga inquinato il sistema economico- dice Flick- bisogna cercare di distinguere le situazioni in cui l’impresa economica legale è sana e quelle in cui e’ sana solo in apparenza e si alimenta con proventi da criminalità organizzata, magari attraverso l’attività di intermediari apparentemente rispettabili. Bisogna perciò rafforzare e applicare prima di tutto le regole di ‘corporate governance’ che presidiano lo svolgimento dell’economia legale per cogliere i sintomi della presenza e della penetrazione in essa di un’economia illegale”.