di Rachele Fratini
“A chi crede in una Costituzione attuale, ma da attuare”, sono queste le parole con cui Sebastiano Maffettone introduce Giovanni Maria Flick agli studenti del Collegio dei Cavalieri del Lavoro “Lamaro Pozzani” in occasione dell’incontro serale di lunedì 19 marzo, citando la dedica di apertura della recente pubblicazione dell’ospite.
In questa sua quarta visita presso il Collegio, Flick parla di Costituzione, dopo averne sperimentato per una vita intera i principi e le norme nella realtà giuridica del nostro Paese, nel corso della sua carriera professionale – nei panni di magistrato, avvocato, docente universitario, ministro della Giustizia, ma soprattutto di giudice della Corte Costituzionale, organo supremo di garanzia del nostro ordinamento. Una testimonianza condensata nelle pagine del suo nuovo libro “Elogio della Costituzione”, che fa tesoro in particolare delle esperienze vissute in nove anni come giudice «non delle persone, ma delle leggi» e come difensore «dell’eguaglianza e dei diritti di tutti».
Ripercorrendo per sommi capi la travagliata esistenza del testo costituzionale, dalla sua nascita fino ai più recenti tentativi di riforma, Flick si sofferma ad osservare come essa sia il frutto sofferto del contributo ideologico e ideale di tutte le eterogenee forze culturali presenti nell’Italia di allora e rappresentate fedelmente e coralmente dai Padri costituenti eletti dopo il referendum del 2 giugno 1946, che scelse la nuova forma repubblicana al posto di quella monarchica. “Un testo fatto per durare” e per assicurare un cambiamento dritto e consapevole. Un testo, tuttavia, oggetto di discussioni accese fin dalla sua stesura, di ritardata e spesso mancata attuazione, di dubbi e di critiche irragionevoli, che, senza nemmeno averlo attentamente riletto e realizzato fino in fondo, mirano a demolirlo, lo giudicano vecchio e lo vogliono cambiare, rendendo così “difficili le cose facili attraverso quelle inutili”.
Per comprendere appieno il contenuto della Costituzione, Flick ricorre alle cinque W del giornalismo anglosassone: solamente rispondendosi a chi, che cosa, quando, dove e perché si potrà dire di conoscere l’essenza delle norme costituzionali e il contesto che ha prodotto quei valori e quei principi che costituiscono il sostrato identitario della nostra società libera e democratica. Solo allora si mostrerà in tutta la sua semplicità e chiarezza l’attualità, la validità e la forza straordinaria della nostra Carta fondamentale, redatta non guardando al passato ma “guardando al futuro tenendo presente il passato”, e perché potesse conservarsi nel tempo per le generazioni future.