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Alla riscoperta del bosco

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Alla luce delle sempre più numerose alluvioni che periodicamente interessano il territorio nazionale e quello di altri paesi Europei diviene sempre più attuale l’importanza della prevenzione a livello idrogeologico.
Tali eventi, che spesso producono effetti disastrosi anche per le economie locali, ci obbligano a riflettere sulla tutela dell’ambiente e, soprattutto, sul ruolo del bosco, protagonista indiscusso dei futuri progetti di prevenzione dell’assetto idrogeologico del nostro paese.
La consapevolezza, peraltro ancora poco diffusa, della molteplicità di funzioni – tutte essenziali  – del bosco è  fondamentale per motivare il coinvolgimento più ampio nell’impegno alla sua tutela. Occorre essere effettivamente consapevoli, tutti, che quella tutela non riguarda solo la difesa idrogeologica del territorio (la prima ad essere considerata dal legislatore italiano, dopo l’unificazione), ma altresì una funzione igienico-sanitaria essenziale per il miglioramento delle condizioni climatiche, la salubrità dell’aria e la riduzione dell’inquinamento. Inoltre, quella tutela riguarda anche la conservazione della biodiversità, la soddisfazione del fabbisogno energetico, il rispetto del paesaggio, accanto alla  produzione del legno e delle essenze sfruttabili.
Da una sommaria analisi dei principali parametri statistici, a fronte di un innegabile positivo e costante trend di crescita delle risorse forestali nazionali, emergono alcuni dati contradditori.
In primo luogo nel nostro Paese, a fronte di una crescita e di una elevata superficie forestale, si riscontra mediamente una scarsa utilizzazione e una bassa qualità del prodotto da essa ritraibile, spesso accompagnata da un uso poco razionale della materia prima prelevabile, che ostacola la nascita di un’attività imprenditoriale stabile e continua nel tempo.
In secondo luogo, emerge una scarsa valorizzazione delle realtà produttive di eccellenza esistenti in alcuni specifici contesti del territorio nazionale come, in particolare, quelle legate al legno per uso strutturale (edilizia in legno) e al settore del recupero biochimico delle sostanze presenti nel legno. Infine, si nota un crescente interesse e sviluppo della filiera legno-energia che, in un contesto nazionale e regionale privo di strategie e coordinamento con gli altri settori produttivi legati al legno, rischia di creare distorsioni sul mercato della materia prima.
Ne deriva da queste considerazioni che il grande aumento dei consumi di legno nel nostro Paese è stato principalmente soddisfatto con materiale di importazione mentre, nonostante la crescita delle risorse disponibili, la produzione nazionale non ha mostrato rilevanti incrementi.
Una bussola è rappresentata dall’individuazione e dall’applicazione di principi chiari e precisi che permettano di compiere passi  razionali ed efficienti per il futuro del bosco.
Un primo importante passo potrebbe essere la creazione di uno sportello unico per dare risposte veloci alle imprese forestali agevolandone l’attività. Anche l’istituzione di una Authority forestale potrebbe servire come punto di riferimento per gestire e risolvere tutte le problematiche, così come ripensare al rapporto fra realtà pubbliche e private e con il terzo settore (volontariato e sociale). Lo sviluppo di tali politiche porterebbe alla creazione di posti di lavoro non delocalizzabili.
La cooperazione tra i soggetti che operano a diverso titolo in ambito boschivo dovrà in futuro essere sempre più dettata dal principio di leale collaborazione, come ripetutamente affermato dalla Corte Costituzionale. In secondo luogo, al fine di dare maggiore chiarezza e linearità alle competenze di ogni soggetto, dovrà finalmente trovare applicazione il principio di sussidiarietà, tanto in senso verticale, quanto in senso orizzontale, magari in forma associata e\o volontaristica.
È necessario cioè individuare condizioni e strumenti che permettano di sviluppare un’economia forestale efficiente e innovativa, tutelare il territorio e l’ambiente, garantire le prestazioni di interesse pubblico e sociale, favorire il coordinamento e la comunicazione.
Allo stesso tempo si deve però tendere verso la semplificazione amministrativa; la defiscalizzazione degli interventi infrastrutturali realizzati nel bosco; la corretta gestione dei rapporti con l’Unione Europea; la definizione dei contributi ambientali e dei meccanismi incentivanti per la coltivazione di aree boschive destinate al miglioramento ambientale e alla produzione di energia.
Occorre armonizzare fra di loro le competenze e le funzioni dello Stato e quelle delle Regioni e degli Enti locali; eliminare l’eccesso di produzione normativa e di burocratizzazione; valorizzare la sinergia tra la dimensione economica nelle ipotesi di frammentazione eccessiva della proprietà boschiva e quindi di antieconomicità della gestione; affrontare il tema del bosco, delle sue peculiarità e delle sue esigenze nei vari territori.