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Pari dignità delle persone

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  1. Veniamo da un passato nel quale il riconoscimento e la tutela dei diritti umani erano affidati agli Stati nazionali. Eppure le violazioni di quei diritti sono state reiterate, macroscopiche e devastanti.
  2. Viviamo un presente nel quale l’aggressione alla dignità umana – sotto forme nuove, ma sempre uguali – è incombente. Basta guardare alla crisi globale, ai suoi effetti sui livelli di povertà, individuali e collettivi, e sul diritto-dovere al lavoro, premessa della dignità secondo la nostra Costituzione.
  3. Andiamo verso un futuro di insidie per la dignità, non meno preoccupanti di quelle tradizionali e sempre presenti, come il razzismo e l’intolleranza: penso agli abusi nella gestione delle informazioni sensibili, e agli eccessi della tecnologia medica.
  4. Leggere il passato, il presente e il futuro attraverso le lenti della dignità, regala margini di speranza, perché consente di coglierne la perenne attualità e la stabilità del suo nucleo fondamentale; ma anche di riflettere sulla moltiplicazione degli ambiti in cui ne viene richiamato il rispetto.
  5. L’esigenza di affermare la dignità della persona è presente sia nelle costituzioni nazionali che nelle dichiarazioni sovranazionali. La Dichiarazione universale ci ricorda che «tutti gli esseri umani nascono eguali in dignità e diritti»; ma all’uguaglianza si affiancano le differenze oggettive e ineliminabili di cui ciascuno è portatore. Queste ultime contribuiscono a formare la sua identità; esprimono il pluralismo e il personalismo: valori non meno importanti dell’eguaglianza.
  6. L’apparente contraddizione tra eguaglianza e diversità si risolve nel riconoscimento della pari dignità, come nell’articolo 3 della nostra Costituzione: le differenze non possono rappresentare ostacoli insuperabili, o giustificare condizioni di inferiorità, sopraffazione, discriminazione.
  7. Gli ostacoli vanno affrontati e rimossi per realizzare, appunto, la pari dignità sociale. In tal modo la dignità fa giustizia della pretesa, troppo frequente, di utilizzarla come pretesto per imporre comportamenti e conformismi generalizzati; per non rispettare il diritto di ciascuno alla diversità e al dissenso, in ultima analisi alla sua identità e libertà.
  8. La pari dignità lega i molteplici diritti umani e rappresenta il parametro per attribuire contenuto specifico e concreto a ciascuno di tali diritti.
  9. La Costituzione italiana pone la dignità come indice di concretezza dell’eguaglianza; la richiama esplicitamente come parametro della retribuzione e come limite alla libertà di iniziativa economica; lo fa in modo implicito a proposito della libertà personale, della responsabilità penale, del diritto all’autodeterminazione sanitaria (per citare alcuni tra i riferimenti più importanti).
  10. La pari dignità sociale, insomma, si ricollega esplicitamente alla sussidiarietà orizzontale ribadita dall’art.118 della Costituzione riformato nel 2001.
  11. Riflettere, in tempo di crisi, sulla pari dignità è un’occasione per reagire e per tenerne conto, ad esempio, al momento di definire nuovi modelli e regole di comportamento, guardando anche al privato-sociale e all’impresa sociale, nel rapporto tra imprese e consumatori, tra finanza e investitori, tra credito e risparmio.