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DIRITTI > Pari dignità delle persone
- Veniamo da un passato nel quale il riconoscimento e la tutela dei diritti umani erano affidati agli Stati nazionali. Eppure le violazioni di quei diritti sono state reiterate, macroscopiche e devastanti.
- Viviamo un presente nel quale l’aggressione alla dignità umana – sotto forme nuove, ma sempre uguali – è incombente. Basta guardare alla crisi globale, ai suoi effetti sui livelli di povertà, individuali e collettivi, e sul diritto-dovere al lavoro, premessa della dignità secondo la nostra Costituzione.
- Andiamo verso un futuro di insidie per la dignità, non meno preoccupanti di quelle tradizionali e sempre presenti, come il razzismo e l’intolleranza: penso agli abusi nella gestione delle informazioni sensibili, e agli eccessi della tecnologia medica.
- Leggere il passato, il presente e il futuro attraverso le lenti della dignità, regala margini di speranza, perché consente di coglierne la perenne attualità e la stabilità del suo nucleo fondamentale; ma anche di riflettere sulla moltiplicazione degli ambiti in cui ne viene richiamato il rispetto.
- L’esigenza di affermare la dignità della persona è presente sia nelle costituzioni nazionali che nelle dichiarazioni sovranazionali. La Dichiarazione universale ci ricorda che «tutti gli esseri umani nascono eguali in dignità e diritti»; ma all’uguaglianza si affiancano le differenze oggettive e ineliminabili di cui ciascuno è portatore. Queste ultime contribuiscono a formare la sua identità; esprimono il pluralismo e il personalismo: valori non meno importanti dell’eguaglianza.
- L’apparente contraddizione tra eguaglianza e diversità si risolve nel riconoscimento della pari dignità, come nell’articolo 3 della nostra Costituzione: le differenze non possono rappresentare ostacoli insuperabili, o giustificare condizioni di inferiorità, sopraffazione, discriminazione.
- Gli ostacoli vanno affrontati e rimossi per realizzare, appunto, la pari dignità sociale. In tal modo la dignità fa giustizia della pretesa, troppo frequente, di utilizzarla come pretesto per imporre comportamenti e conformismi generalizzati; per non rispettare il diritto di ciascuno alla diversità e al dissenso, in ultima analisi alla sua identità e libertà.
- La pari dignità lega i molteplici diritti umani e rappresenta il parametro per attribuire contenuto specifico e concreto a ciascuno di tali diritti.
- La Costituzione italiana pone la dignità come indice di concretezza dell’eguaglianza; la richiama esplicitamente come parametro della retribuzione e come limite alla libertà di iniziativa economica; lo fa in modo implicito a proposito della libertà personale, della responsabilità penale, del diritto all’autodeterminazione sanitaria (per citare alcuni tra i riferimenti più importanti).
- La pari dignità sociale, insomma, si ricollega esplicitamente alla sussidiarietà orizzontale ribadita dall’art.118 della Costituzione riformato nel 2001.
- Riflettere, in tempo di crisi, sulla pari dignità è un’occasione per reagire e per tenerne conto, ad esempio, al momento di definire nuovi modelli e regole di comportamento, guardando anche al privato-sociale e all’impresa sociale, nel rapporto tra imprese e consumatori, tra finanza e investitori, tra credito e risparmio.
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